Sono sempre di più, al giorno d’oggi, gli italiani che devono fare affidamento su banche e società finanziarie per ottenere nuova liquidità. L’erogazione di un finanziamento, tuttavia, è una prassi che pochi conoscono nei dettagli e le richieste spesso vengono respinte proprio perché il cliente non si è dimostrato sufficientemente informato sull’argomento. Come si fa, dunque, a richiedere un prestito? Qual è la procedura più corretta per ottenere una risposta positiva da parte dell’istituto?
Il primo passo per chi intende finanziare le proprie spese personali è l’individuazione della finalità. Le tipologie più comuni di prestiti finalizzati sono i prestiti auto e i prestiti casa, i quali a loro volta presentano molte sottocategorie: veicoli commerciali, moto, nautici, arredamento, ristrutturazione, box auto, ecc. Fanno storia a sé i prestiti personali, tipologia di finanziamento molto richiesta che non prevede la dichiarazione della causale e permette di spendere il denaro ottenuto in tutta libertà.
La fase successiva è la preparazione dei documenti da presentare alla banca. Oltre ai certificati personali – carta d’identità e codice fiscale – sono necessari i principali documenti relativi al reddito: busta paga, CUD, dichiarazione dei redditi, ultime bollette pagate ed eventualmente cedolino della pensione e modello Obis M, a seconda dell’istituto di credito. In caso di cessione del quinto serve anche il certificato di stipendio o attestato di servizio.
Una volta individuata la finalità e organizzato il materiale burocratico, è il momento di presentare la richiesta all’istituto di credito. In questa fase il cliente ha due alternative: avanzare la richiesta in modo tradizionale, oppure affidarsi a un servizio di comparazione on line per confrontare i prodotti finanziari delle banche, soluzione che ha l’indubbio vantaggio di offrire una migliore visione d’insieme e quindi una maggiore possibilità di risparmio. In entrambi i casi, per ottenere una risposta positiva è necessario richiedere una somma adeguata alla finalità del prestito e soprattutto alla propria capacità reddituale.
Il primo elemento di valutazione per la banca è infatti costituito dal rapporto rata-reddito: la rata da rimborsare, in genere, non deve essere superiore ad un terzo del reddito netto mensile del soggetto. Ne consegue che una richiesta troppo elevata porta immediatamente alla mancata concessione del finanziamento da parte dell’istituto. Esso tiene in grande considerazione anche l’affidabilità del cliente, valutandone la “storia creditizia” e affidandosi a banche dati come Crif per scoprire se, ad esempio, figura come cattivo pagatore. Infine, è molto apprezzata la presenza di garanzie supplementari (come un’assicurazione o un garante) che, insieme alla classica busta paga, riducano il più possibile le probabilità di insolvenza.