Per cimentarsi in questo tipo di pavimentazione, è necessario procedere in un ordine ben preciso, onde assicurarsi che la posa in opera sia eseguita in modo corretto. La posa porfido prevede 7 passaggi; vediamoli uno a uno.
1) Bisogna analizzare lo strato portante del terreno di fondazione, per assicurarsi che la sua composizione possa sostenere sia la pavimentazione in porfido in sé, sia le sollecitazioni impresse dai vari pesi su di essa. I 3 parametri da valutare sono la stabilità, la rigidità e la portata.
2) È necessario appurare se i sottofondi siano predisposti in maniera opportuna, onde consentire all’acqua di scolare, tramite delle pendenze di almeno 1,5/2 cm per metro lineare. Il sottofondo più adatto al porfido è il massetto in calcestruzzo con rete elettrosaldata, che sostiene bene le spinte provenienti da sopra, dai pesi, e gli eventuali movimenti del sottosuolo.
3) A questo punto, si deve passare a stendere lo strato di allettamento. Se si sono scelti i cubetti di porfido, la soluzione migliore consiste nella sabbia di granulometria abbastanza grossa (3/6 mm), oppure in quella premiscelata a secco col cemento; se, invece, si è optato per delle lastre o piastrelle di porfido, è meglio usare la malta cementizia.
4) Il passaggio successivo è la posa in opera, in base allo schema scelto.
5) Poi va eseguita la battitura.
6) Successivamente è la volta della sigillatura, che può avvenire in diversi modi: le più usate sono quella in boiacca di sabbia e cemento, quella in sabbia semplice e quella in resina. La prima è la più adatta nel caso di pavimentazioni in cubetti, piastrelle, ciottoli, binderi e lastrame – fa aderire perfettamente i vari elementi tra di loro, evita che crescano piante nel mezzo e il pavimento ne risulta estremamente stabile e compatto. La sigillatura in sabbia semplice, invece, si adatta bene alle pavimentazioni in ciottoli e cubetti; con questo sistema, in caso di scavi si possono recuperare tutti gli elementi, ma occorre una manutenzione regolare, anche perché vi crescono le erbacce in mezzo. Il sistema con la resina, infine, è indicato specialmente per i pavimenti in cubetti di porfido e dove avviene continuamente un intenso traffico di veicoli.
7) L’ultimo passaggio è la pulizia.
Per realizzare questo lavoro, quindi, bisogna innanzitutto individuare e tenere presenti le proprie particolari esigenze, e poi optare per la soluzione tecnica che meglio vi risponde.