Una volta che il conto energia si è esaurito, occorre pensare a come smaltire i pannelli fotovoltaici installati. Molti si chiedono perché smaltire il proprio impianto quando in realtà questo continua ancora a produrre energia. Per rispondere occorre fare alcune puntualizzazioni. Prima di tutto la resa. Con il passare degli anni infatti, la resa dei pannelli fotovoltaici diminuisce in maniera proporzionale. Dopo 20 anni dalla installazione, è conveniente infatti installare un nuovo impianto (che produce più energia rispetto ad un impianto ormai obsoleto). Un altro motivo è legato all’aspetto economico. Alla fine dei 20 anni di vita dell’impianto, finisce infatti il contributo che lo stato fornisce grazie al conto energia.
Prima di procedere allo smaltimento dei pannelli fotovoltaici occorre capire la composizione dei pannelli fotovoltaici che ne fanno parte. Se il pannello fotovoltaico è formato da silicio, allora si applicherà la stessa procedura utilizzata per lo smaltimento delle schede dei computer, stampanti e apparecchiature informatiche in genere. Se l’impianto contiene invece una sostanza chiamata “telloruro di cadmio”, che è una sostanza tossica, allora la procedura di smaltimento diventa più complicata in quanto intervengono delle norme legali che regolano lo smaltimento.
Ad oggi non esiste ancora una regola per definire chi dovrà pagare il costo dello smaltimento del pannello fotovoltaico, se dovrà essere l’installatore o il committente. Se non diversamente indicato nel contratto di acquisizione, il costo dello smaltimento dovrà essere sostenuto dal cliente. Consigliamo quindi di chiedere, in fase di compilazione o di firma del contratto di definire questo aspetto con il proprio fornitore.